26 ottobre 2015
Erosione della base imponibile. Il “pacchetto di misure” del 2015 dell’OCSE
In data 5 ottobre 2015, a seguito delle numerose consultazioni tenute nel corso degli ultimi anni, l’OCSE ha presentato un “pacchetto di misure” concernenti le azioni individuate nel Progetto BEPS, volte a prevenire e contrastare l’erosione della base imponibile mediante lo spostamento dei profitti (cfr. http://piergiorgiovalente.postilla.it/2015/04/28/erosione-della-base-imponibile-le-raccomandazioni-ocse-per-la-disclosure-degli-schemi-di-pianificazione-fiscale-aggressiva/). Il pacchetto, il quale include ben 13 rapporti, interviene a distanza di un anno dalla pubblicazione del primo pacchetto del settembre 2014, il quale contempla 7 rapporti (cfr. http://piergiorgiovalente.postilla.it/2014/09/29/erosione-base-imponibile-locse-pubblicato-set-raccomandazioni/).
Il “pacchetto di misure” è stato sviluppato e finalizzato dall’OCSE nel corso dell’ultimo biennio e concerne i seguenti ambiti:
- abuso dei trattati e treaty shopping;
- documentazione in materia di transfer pricing, determinazione dei prezzi di trasferimento dei beni immateriali e transazioni ad alto rischio;
- pratiche fiscali dannose, inclusi i regimi nazionali di patent box;
- risoluzione delle controversie internazionali;
- definizione di stabile organizzazione;
- strumenti ibridi e deducibilità delle interest expenses;
- disciplina CFC e obblighi di disclosure delle pratiche fiscali dannose;
- economia digitale;
- strumenti multilaterali.
L’adozione tempestiva di misure dirette a contrastare l’erosione della base imponibile risponde all’esigenza, da un lato, di infondere nei cittadini fiducia nell’equità e nella giustizia dei sistemi fiscali mondiali, dall’altro, di fornire ai Governi uno strumento efficace a garanzia dell’effettività delle rispettive politiche fiscali.
È altresì importante evitare che i singoli Paesi adottino misure unilaterali di contrasto agli schemi di pianificazione fiscale aggressiva. Un’azione non coordinata, infatti, potrebbe avere l’effetto di indebolire i principi fiscali internazionali, i quali costituiscono un importante, consolidato framework di riferimento per gli investimenti transnazionali (cfr. http://piergiorgiovalente.postilla.it/2014/12/01/elusione-fiscale-internazionale-verso-principi-incerte-prospettive/).
Gli schemi elusivi possono comportare fenomeni di doppia non-imposizione, al cui contrasto mirano gli studi OCSE nel contesto del Progetto BEPS. Allo stesso tempo, è fondamentale combattere le situazioni di doppia imposizione, le quali rappresentano un limite allo sviluppo economico a livello mondiale, in quanto accrescono il costo del capitale e, quindi, degli investimenti.
Il pacchetto adottato dall’OCSE il 5 ottobre 2015 contiene misure le quali devono essere attuate sia a livello dell’ordinamento interno, sia sul piano internazionale convenzionale, in modo coordinato e con la previsione di obblighi di monitoraggio e trasparenza. L’obiettivo è quello di combattere gli schemi di pianificazione fiscale aggressiva mediante un intervento efficace sulle cause del fenomeno piuttosto che sui suoi sintomi.
L’implementazione delle suindicate misure garantirà un più spiccato allineamento tra la localizzazione dei redditi soggetti ad imposizione e il luogo in cui l’attività economica viene esercitata. Inoltre, sarà assicurata completezza ed esaustività delle informazioni a disposizione delle Amministrazioni fiscali, ai fini della piena applicazione dei sistemi tributari (cfr. http://piergiorgiovalente.postilla.it/2015/08/27/scambio-di-informazioni-le-misure-di-attuazione-dello-standard-globale/).
Allo scopo di limitare il più possibile eventuali situazioni di doppia imposizione, le misure adottate prevedono il miglioramento degli attuali meccanismi di risoluzione delle controversie internazionali, nonché efficaci sistemi di monitoraggio ed attuazione delle misure medesime.
Quanto alle modalità di attuazione, l’OCSE precisa che mentre alcune misure sono di immediata applicazione – come, ad esempio, le modifiche alle Transfer Pricing Guidelines – altre implicano la rinegoziazione dei trattati esistenti, eventualmente mediante il ricorso a strumenti multilaterali. Altre ancora richiedono modifiche alla legislazione interna, in particolare con riguardo alla disciplina degli ibridi, CFC, alla deducibilità degli interessi, alla documentazione in materia di transfer pricing (country-by-country reporting), alla disciplina sulla disclosure obbligatoria. Inoltre, va verificata la conformità della normativa interna sui preferential IP regimes con gli standard internazionali in materia di pratiche fiscali dannose.
Il “pacchetto di misure” del 5 ottobre 2015 rappresenta il primo, sostanziale intervento di “rinnovamento” degli standard fiscali internazionali nell’arco di un secolo. Tale intervento di “rinnovamento” si è reso necessario, non soltanto in un’ottica BEPS, ma anche al fine di garantire la sostenibilità dell’attuale framework fiscale internazionale per la disciplina delle attività cross-border.
© Piergiorgio Valente